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Innalzare lo stato legale e giuridico degli animali.

L'art. 13 del Trattato di Lisbona, il quale ha piena valenza costituzionale nel nostro ordinamento, prevede come: “l'Unione e gli Stati membri tengono pienamente conto delle esigenze in materia di benessere degli animali in quanto esseri senzienti”. Introdurre questo principio nella Costituzione farebbe accrescere la tutela legale e giuridica delle specie, obbligherebbe i Giudici a modificare molte normative “desuete” e farebbe in modo che gli amministratori locali siano responsabili della salvaguardia non di “cose”, ma di “soggetti”; farebbe in modo di inasprire le pene per chi maltratta, sfrutta o uccide un animale; ancora, farebbe in modo che un reato contro un “soggetto” e non un “oggetto”, diventi un'aggravante perseguibile d’ufficio con pene severissime. E per pene severissime intendiamo il “carcere”: non mere pene che, spesso, non hanno alcun effetto concreto.

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Abolire gli allevamenti intensivi

Moltissime e sempre più frequenti sono le malattie del benessere legate ad un’alimentazione ricca di carne e derivati e povera di frutta e verdura, lontana anni luce dalla vera dieta mediterranea, cioè una dieta a base vegetale con un utilizzo sporadico di carne e derivati. Gli allevamenti intensivi, inoltre, causano l’antibiotico-resistenza, e per questo sono una seria minaccia per l’intera salute pubblica. I batteri degli animali possono trasferirsi ai consumatori. Più del 70% degli antibiotici prodotti nel mondo finisce negli allevamenti intensivi.

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Abolire il trasporto a lunga distanza di animali

Dodici Stati Membri hanno approvato il trasporto di animali vivi verso la Turchia, con prevede lunghi viaggi senza possibilità di accesso a cibo ed acqua, inoltre si possono presentare grossi ritardi alla frontiera. Crediamo che sia necessario un divieto totale delle esportazioni dall’Unione Europea verso Paesi extra UE per porre fine alla sofferenza ingiustificata di milioni di animali ogni anno. Finché il divieto non entrerà in vigore, è necessario agire velocemente per evitare che i Paesi europei approvino esportazioni di animali vivi verso la Turchia.

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Abolire la sovrappesca

Un recentissimo rapporto della Commissione Europea ha stabilito come l'87% degli stock ittici mediterranei è a rischio, essendo sottoposto ad una pesca eccessiva che sta svuotando il mare. Oramai la popolazione mondiale ha superato i 7 miliardi di persone ed è inconcepibile pensare di vivere a degli standard “consumistici” ed insostenibili degli anni ’80, solo ora ne stiamo vedendo i risultati. Proprio per questo, vista la crescente richiesta commerciale, i mari sono stati svuotati e, ancora peggio, la pesca intensiva ha distrutto completamente (spesso irrimediabilmente) l’intero eco-sistema. Siamo forse già ad un punto di non ritorno, i nostri figli potrebbero non vedere più i mari, i fiumi e la meraviglia delle acque che noi abbiamo ammirato alla loro età. E’ fondamentale intervenire subito per fermare immediatamente la pesca intensiva.

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Stop alla crudeltà "religiosa" e "culturale"

Pur rispettando tutte le religioni ed i fedeli, crediamo sia arrivato il momento di finirla con l’inutile uso di animali per meri riti e tradizioni popolari. Basta Corride, Basta Pali, Basta all’uso e sfruttamento degli essere senzienti. Basta alla vergogna delle “foie gras”, animali “ingozzati” per far crescere a dismisura il fegato e finire, come patè, su un crostino. Non è quello che noi vogliamo come società del futuro, non è questa la nostra idea di futuro. 

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Stop al traffico illegale di animali

Si stima che il commercio illegale di animali sia un business così redditizio da potersi accostare, addirittura, anche a quello degli stupefacenti. Secondo i dati riportati da Traffic, un’organizzazione che si occupa di monitorare il contrabbando della fauna selvatica, proprio il traffico illegale di animali costituisce un giro d’affari da più di 7 miliardi di euro l’anno ed è il secondo “mercato nero” più redditizio al mondo dopo quello della droga. E' il contrasto alle zoomafie e a tutte le attività illegali che vedono gli animali come prime vittime, il punto di partenza su cui bisogna battersi. 

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Abolizione totale della caccia

Punto imprescindibile del programma animalista è arrivare al Divieto della Caccia in Europa o, quanto meno, ridurre drasticamente nel breve termine questa attività. Seppure nel nostro Paese la competenza è principalmente delle Regioni e, tra gli altri, nell’ottica comune la caccia non viene sentita da molti come un problema prioritario, è invece fondamentale operare una riduzione delle stagioni venatorie. E’ importante limitare al massimo il territorio dove è possibile cacciare e, ancora, stabilire pene severissime per chi opera la caccia senza permessi, accede in proprietà private e/o abbatte specie vietate. Assoluto deve essere il divieto di importazione di trofei di animali selvatici, specialmente da paesi fuori dalla Unione Europea, in quanto questo commercio alimenta anche l’estinzione di specie protette a danno dell’intero ecosistema.

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Vietare la produzione e l'importazione di pellicce

Secondo un recente studio dell’Eurispes, oltre il 90% dei cittadini italiani è contrario a questo ‘capo di lusso’, e si esprime favorevolmente al divieto di allevamento di animali destinati a tale scopo. Fortunatamente già molti produttori di abiti, come Armani, la seconda impresa italiana per reputazione al mondo, hanno deciso di abolire le pellicce dalle loro collezioni, ma il PAI intende rimuovere completamente questa crudeltà sul suolo italiano.

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Sperimentazione sostitutiva senza animali

Anche noi di Partito Animalista speriamo che venga trovata la cura per il cancro, per il Parkinson, persino per un semplice mal di testa, tuttavia ritenere che la vivisezione sia l’unico modo per raggiungere questi obiettivi significa sottovalutare le potenzialità della scienza e del progresso tecnologiche. Esistono valide alternative alla vivisezione che potremmo incentivare con i fondi destinati alla vivisezione; i test su animali ostacolano l’impiego di sostanze e di tecniche realmente valide alla sperimentazione. Per approfondimento vedasi questo video.

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Fine del randagismo

La legge 281 del 1991 promuove e disciplina la tutela degli animali randagi, ma questa legge non viene applicata. DV intende attuare una sterilizzazione di massa per tutti i cani e gatti randagi che vagano nelle città italiane. Intende inoltre disporre dei distributori di cibo, che seguendo il fenomeno del ‘reverse vending’, in cambio di bottiglie di plastica cani e gatti ricevono acqua e cibo, come già stato attuato in Turchia; il costo degli alimenti è quindi coperto dal riciclo.

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