Si è da poco conclusa la nostra Campagna contro i Botti di fine anno e, dopo tanto lavoro svolto, è bene iniziare a stilare qualche conclusione, oltre che riflessione. Va ringraziato chi ha lavorato giorno dopo giorno, con solo spirito di volontariato, alla Campagna che dal canto nostro ha per noi due facce. La prima è che sicuramente, rispetto al 2018, come sempre più Comuni hanno adottato ordinanze contro i botti, sempre più autorità e cittadini si sono mostrati sensibili, spronato i propri amministatori locali e, va detto, qualcosa di importante è cambiato. Anche in linea generale pare si sia “sparato” di meno rispetto agli scorsi anni, seppure il conto ad oggi conta un morto e 204 feriti, di cui 11 più gravi, il fenomeno quindi è ben lontano dalla risoluzione o dall'essere debellato, anzi. Seconda faccia della medaglia è difatti come, pur dopo aver applicato ordinanze e divieti anche motifivati da uno spirito “political correct” e forse spinti da una crescente campagna di opinione pubblica, in tante località sono mancati i controlli, NON SAPPIAMO ad esempio quanti verbali e contravvenzioni siano stati stilati (ne chiederemo conto). Questo appunto per capire quanti controlli siano stati effettuati, quanto i divieti siano stati fatti applicare. Resta da dire che è difficile, da un anno all'altro, “scrollarsi di dosso” brutte abitudini e una cultura quasi “secolare” che ritiene ancora i botti qualcosa di stupendo, soprattutto quando fatti da tutti in maniera indiscriminata. Incredibile, oltre all'aria irrespirabile della notta da “zona di guerra”, come a volte ci si imbatta (ed a scrive è successo più di una volta oggi) in casi dove ancora al mattino del primo dell'anno, dentro le abitazioni, si sentano bambini sparare botti e petardi nei propri giardini e spazi condominiali. Incredibile e la responsabilità non può che essere di chi dà i petardi a quei bimbi. Va chiarito come, i divieti (a sparare in determinati luoghi ed orari e sul territorio comunale, non la vendita in via generale) sono apripista al cambio di opinione pubblica, la repressione serve ma affinchè malsane abitudini cambino (tra gli altri vendita a bambini, vendita di prodotti non CE ed in luoghi non autorizzati, sono illegali). Le multe sono accessorie e necessarie al rispetto della legge, ma sarebbero potute essere un ottimo introito per le casse comunali, ed è quasi assurdo che gli Enti locali non ne abbiano tratto beneficio, quasi creando un ulteriore beffa ai cittadini con un danno erariale alle casse amministrative. Insomma il 2019 è ancora uno degli anni di partenza, tanto c'è da fare, ma siamo in cammino. Aspettiamo poi il 7 gennaio per le valutazioni finali, nel frattempo GRAZIE a chi ha lavorato, ed ai tanti che hanno supportato ed aiutatoci, in questa campagna che riteniamo non solo animalista, ma di civilità.
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