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Perché gli ambientalisti mangiano carne?

Aggiornamento: 22 apr 2020

A scuola continuo ad ascoltare presentazioni sul cambiamento climatico, una dopo l'altra. Tutti gli ambientalisti che vengono a parlare, però, continuano ad ignorare che il 14,5 percento di tutte le emissioni di gas serra proviene dall'allevamento animale. Ciò include le emissioni dirette dal bestiame, la produzione e la lavorazione dei mangimi, la lavorazione e lo smaltimento del letame. Questa quantità supera tutte le emissioni combinate dei trasporti.

Viene inoltre ignorato che circa un terzo di tutto il nostro consumo di acqua è dovuto all'allevamento animale, e che gli alimenti a base vegetale, invece, utilizzino una quantità infinitamente minore.


Questi “ambientalisti” ignorano che la carne bovina è la principale causa di deforestazione in tutto il mondo, seguita dalla soia, la maggior parte della quale va però ad alimentare gli animali allevati. Ignorano anche il deflusso tossico di queste fattorie e la desertificazione di terre un tempo fertili.

Queste persone offrono consigli per le attività quotidiane: fare docce più brevi, utilizzare forme di trasporto alternative, mangiare cibi locali per evitare la spedizione. Ignorano però che una doccia di 10 minuti richiede circa 20 litri d'acqua, mentre per produrre un singolo uovo, vengono impiegati oltre 50 litri di acqua. Un chilo di pollo richiede circa 220 litri. Un litro di latte 1000. Mezzo chilo di manzo 1.800. Puoi fare la doccia per sette ore di fila e usare meno acqua di quella necessaria per preparare un singolo hamburger (senza formaggio però!).

E ancora, si lamentano del ritiro dell'America dall'accordo di Parigi e il potere distruttivo delle società e delle loro navi mercantili. Non menzionano, tuttavia, che l'americano medio mangia 90 chili di carne all'anno, quattro volte la media mondiale e che il 97 percento degli americani consuma regolarmente prodotti di origine animale. Ignorano le conseguenze mondiali dell'alimentazione, dell'allevamento e della macellazione di 56 miliardi di animali all'anno, senza contare i pesci. Ignorano inoltre il fatto che la domanda globale di carne e latte continuerà ad aumentare, aumentando, rispettivamente, del 73 percento e del 58 percento entro il 2050.

La conferenza annuale di Amnesty International è la stessa storia. Aspiranti difensori dell'umanità festeggiano con piatti di carne decorati su piatti d'argento. Ho partecipato a un seminario alla conferenza di quest'anno dal titolo "L'umanità a rischio". Per Amnesty, il cambiamento climatico è un problema dei diritti umani poiché crea carenza di cibo e acqua e minaccia le comunità vulnerabili. Un esperto ha parlato dell'importanza dell'energia pulita e dei trasporti. Ma alla domanda sull'impatto dell'allevamento animale, ha deviato la domanda, definendo la dieta una "scelta personale" e quindi non focalizzata sul suo lavoro


Vorrei chiedere all'esperto di Amnesty, quale battaglia stia combattendo. Se la scarsità di cibo è un problema e rientra nei diritti umani, perché ignora la perdita del 97% delle proteine vegetali con le quali nutriamo le mucche, e che queste proteine che buttiamo sono migliore di quelle presenti e che consumiamo nel latte e nelle uova. A parte gli sprechi alimentari e le emissioni, le piante ad alto contenuto proteico come i legumi, migliorano la salute del suolo per una produzione alimentare sostenuta e sono adattabili a vari climi.

Gli studi mostrano che se gli Stati Uniti passassero a una dieta a base di legumi, potrebbero nutrire in modo sano 190 milioni di persone in più usando gli stessi ettari di terra. E se Amnesty combatte per migliorare la qualità della vita altrove, perché non menzionare anche il miasma fecale che avvolge le città vicino alle fattorie di maiale e di manzo,?

Per un ambientalista ignorare l’inquinamento degli allevamenti è come cercare di spegnere un incendio senza l'uso dell'acqua.

Quando 15.364 scienziati hanno sostenuto la diete a base vegetale firmando nel 2017 il "World Scientists’ Warning to Humanity: A Second Notice ", il vegetarismo negli Stati Uniti non si è mosso. Nonostante film come Food, Inc. e Cowspiracy, e nonostante gli innumerevoli articoli accademici sull'impatto dannoso dell'agricoltura animale e nonostante sempre più sostituti della carne, il veganismo è aumentato solo di qualche punto percentuale dal 2012.

In effetti, quando parlo dell'impatto della carne sul clima, sento spesso la stessa risposta "Ho sentito di queste cose", poco dopo arrivano però le seguenti parole: "Non potrei mai essere vegano". O peggio ancora, "Non mi interessa".

Provate a chiedere a molte di queste persone cosa pensano del settore del trasporto, di quello del carbone o delle emissioni di gas e otterrai una risposto molto diversa. Li vedrai subito come attenti all'ambiente e sinceramente preoccupati. "

Siamo quelli che sopporteranno il peso del cambiamento climatico!", sento spesso dire da studenti della mia età. Anche riguardo al trattamento degli animali: chiedi le loro opinioni su i test sugli animali e il bracconaggio e penseresti che non farebbero male a una mosca.

Da qualche parte nel ragionamento sul cambiamento climatico, la logica finisce. Certo, è un problema culturale. Ma a un certo punto, diventa ironico. È ironico che i leader mondiali, che cercano di salvare l'umanità dal disastro climatico, si abbandonino al filetto di manzo.

È ironico che un esperto di clima si rifiuti di riconoscere una delle principali cause dei cambiamenti climatici.

È ironico che quando migliaia di esperti espongono la distruzione causata dal bestiame, a nessuno importa.

È ironico che la nostra sala da pranzo sia piena di poster sulla sostenibilità e sullo spreco alimentare, ma serve carne sei giorni alla settimana.

Questa è la parte dell'articolo in cui dovrei offrire una soluzione, una via d'uscita dalla nostra situazione o parole di speranza.

Potrei indirizzarti ai video delle macellazioni degli animali.

Potrei anche menzionare che, in paesi benestanti come gli Stati Uniti, consumiamo molte più proteine di quelle necessarie per una buona salute. Posso anche farti notare che esistono culturisti vegani e che una dieta vegana non condiziona in peggio la tua vita, anzi.

Ma fino a quando gli effetti del cambiamento climatico non saranno più tangibili, e forse nemmeno allora, le probabilità che tu diventi vegano leggendo questo articolo sono quasi nulle.

Se decidi di evitare la carne, avrai fatto progressi nella coerenza logica. Sarai in grado di sostenere le tue affermazioni di consapevolezza ambientale con un livello di azione. Potresti anche capire che le persone non diventano vegane per "fingere superiorità morale".




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